domenica 30 dicembre 2007

Rita Arcaleni zuccheriera intagliata







Zuccheriera in ontano con coperchio e cucchiaio, intagliata a coltello. Il coperchio e' tutto di testa e l'intaglio fine di testa sull'ontano non da' proprio grandi risultati
( il tornitore non l'ha fatta perche' venisse intagliata, ma usata realmente; era anche gia' trattata con olio enologico, il che non e' proprio il massimo ...). Era di prammatica un geometrico alla maniera tradizionale.

Etichette: , , , , , ,

sabato 29 dicembre 2007

Paolo Schina', attaccapanni intagliato 'liberty'




Mi scuso per il ritardo, nelle vacanze ho rallentato il ritmo anche con il blog, ecco un bel lavoro di Paolo che ha avuto la bella idea di abbandonare il 'rigido' geometrico puro dei valdaostani, per usare la propria fantasia. Paolo sul Samba vs tiglio , almeno dalle sole foto, non ti so aiutare, anche a me sembra un po' scuro, di certo (o quasi..) so solo, da alcuni siti web, che e' come il mio ayous (nomi diversi , per legno pari al nostro pioppo , che arrivano da paesi diversi, ma sono la stessa cosa... poco adatti all'intaglio a coltello, ma con tenacia e direi bravura si puo' intagliarci qualche cosa di 'buono' ). Alla prossima! A proposito, il cirmolo l'ho comperato, il libro,penso che si sia arenato in qualche deposito...

Etichette: ,

venerdì 21 dicembre 2007

Rita Arcaleni cornice piccola noce intagliata 'a cesello'




La cornice , di noce, cm 21 x 26, e' intagliata a coltello , con incisioni 'a filetto' (senz alcun uso di sgorbie o scalpelli); il motivo e' tratto e reinterpretato da vecchissimi decori visti in una foto di oggetti d'antiquariato in legno (in particolare da una fascia in legno curvato a caldo e finemente intagliato, usata per sostegno del velo di una culla del 1800). Credo che sia impossibile per me riottenere anch esolo a meta' la perfezione dell'intaglio originale, in cui la foto mostra un reticolo di fondo di riempimento perfetto , senza alcuna incertezza, quasi fosse stampato su carta. Ho tracciato le righe del reticolo di riempimento del fondo con la matita e con una squadretta, cancellando e ricancellando , senza riuscire a farle perfettamente allineate. Il probelma quindi per me sta nel disegno. Qualcuno esperto di disegno sa suggerirmi un modo 'professionale' per fare un reticolo di quetso tipo con risultati decenti su legno?
Ho lasciato il noce del colore naturale, scurito solo lievemente con cera noce medio. Uno dei lati assorbe diversamente sia la cera sia il bitume. Sono sicura che la qualita' del legno non era uguale su tutti i lati.

Etichette: , , , , ,

giovedì 20 dicembre 2007

Auguri di Buon Natale 2007 e Felice Anno Nuovo

Non dimenticate di dare un'occhiata al blog durante le vacanze; ho qualche lavoro nuovo da pubblicare in questo periodo. Intanto....

Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie
i migliori auguri di
Buon Natale e di un Sereno 2008 !!

Cordialmente, Rita Arcaleni

Rita Arcaleni vaso intagliato a coltello con 4 diversi soggetti











Mi ero quasi dimenticata di questo vasetto in ontano, forse perche' prima di lucidarlo l'ho tinto (noce chiaro ravvivato con una punta infinitesima di ciliegio) e il colore non mi piace per questo oggetto. Avrei dovuto lasciarlo biondo naturale e dare solo la cera, visto ch e questa essenza ha belle sfumature naturali. Questo lavoro e' stato uno dei primi , ho cercato , decorandolo tutt'attorno con ben 4 intagli diversi, di fare una specie di campionario, da cui scegliere in seguito i decori (molto tradizionali, reinterpretati da me , sulla base di spunti tratti da immagini di vecchi pezzi dell'ottocento valdaostano).

Etichette: ,

Coltello Codega manico noce intaglio a coltello eseguito da Rita Arcaleni















Ecco un secondo coltello, sempre modello Bergamasco Codega, ma piu' piccolo dell'altro gia' postato (questo e' una misura 9). Il manico e' in noce, il disegno e' un uccello stilizzato, solito intaglio a coltello. Lucidatura a cera.

Etichette: , , , ,

martedì 11 dicembre 2007

Dopo l'intaglio la gommalacca , detta da una non proprio esperta, Rita Arcaleni

Spesso, pur non comparendo commenti nel post del blog, ricevo qualche e-mail diretta ; tra le ultime ho ricevuto in particolare una domanda da Paolo sulla gommalacca. Visto che gli ho risposto via e-mail di getto , con molti errori di ortografia, ho deciso di postare oggi questo piccolo commento sul tema, spero avendo corretto il grosso degli svarioni di battitura (???!!! introducendone di nuovi, ovviamente).
Non so se la mia gommalacca e' come da manuale: pertanto chi volesse provare ed apprendere il modo migliore di prepararla o di applicarla fara’ bene a rivolgersi agli esperti, come ho gia’ detto in un post precedente. Su Web ci sono tanti articoli, anche molto tecnici. Sta di fatto che io compro quella in scaglie, a peso, cosi' costa ancora meno, uso per diluirla l'alcole a 95 gradi (non quello normalmente in vendita al supermercato, che e' a 90 gradi max), preparo la gommalacca come la pasta per le tagliatelle, a ‘occhio’; ne tengo un po' sempre pronta, poco diluita (che tengo sempre ben chiusa, perche' l'alcole cosi' puro evapora che e' un piacere) , poi al momento dell'uso in un'altra piccola bottiglietta ne diluisco un po' aggiungendo altro alcole. Un mio collega che ha anche lui l'hobby del legno dice che suo nonno gli ha lasciato una ricetta in cui la gommalacca viene arricchita con l'olio di oliva. Non ho mai provato. Per me la prima passata e' da fare molto blanda (diluita) , affinche' penetri bene nei pori del legno. Poi passo a quella un po' piu' densa, poi sempre piu' diluita sinche' lucido con alcole qualsi puro. Non crediate che io sia brava con la gommalacca; io la chiamo la gommalacca 'a modo mio': uso uno stoppino o tamponcino, fatto da me con straccetti, dentro di lana vera, molto stretto, e fuori di pezzette vecchie (o di cotone sottilissimo o di lino, quello che ho al momento tra le robe vecchie in casa). E' vero che se si usa la pomice sottilissima (doppio zero) prima di iniziare a lucidare, come turapori, insieme a un po' di gommalacca ( e soprattutto dopo, dicono, averla abbrustolita la pomice in padella a secco, perche’ scurisca) si ottiene il risultato di 'turare ogni fessura' (avevo consultato anche un vecchio lucidatore /restauratore che alla bella eta' di 86 anni fa imperterrito i mercatini dell'antiquariato in Brianza) , ma questo secondo me va bene se si deve davvero lucidare finemente una superficie ampia di legno pregiato, lastronato di noce etc... e poi passando tante volte il tampone con accortezza e pazienza in tanti versi (lasciando asciugare bene tra una mano e l'altra) si otterra' una superficie lucidissima...
Ma nell'intaglio bisogna fare 'una via di mezzo', altrimenti i cavi si riempiono di sgradevoli residui biancastri e la gommalacca se non si e' abilissimi diventa caramellosa. Innanzitutto niente pomice, ne' turapori, e poche passate molto diluite. La gommalacca, inoltre, secondo me, va bene come e’ stata sempre usata nel secolo scorso, cioe’ se prima si tinge il legno, con il mordente; la gommalacca infatti dara' una sfumatura bellissima alla tinta, molto piu' di qualunque cera, anche colorata. La gommalacca comune e' ambrata (c'e' anche quella purificata bianca, ma non la conosco, non l’ho mai usata) , piu' o meno secondo la provenienza, questo la rende bella, perche’ proprio questo accentua il calore dell’aspetto del legno. Ma, per rispondere ad un aodmanda nella e-mail di Paolo, se si applica sul legno non tinto, ad esempio sul tiglio che non ha neppure venatura , secondo me , non da’ grandi risultati....Dico questo perche’ io l’ho provata, senz a tingere prima con mordente, solo su tiglio (vedi il mio rosone) , e il risultato mi ha deluso: giallastro stupido.
Non ho mai provato con noce o con ontano, che hanno una bella venatura. Magari provo su una tavoletta di sfrido uno di questi giorni.
La gommalacca negli intagli molto fitti la stendo con il pennello (che poi e' letteralmente da buttare, attenzione!, pulire subito con l’alcole, se basta; notare: se un restauratore o un vecchio lucidatore legge che stendo a pennello la gommalacca mi uccide via web!!) e uso il tampone nelle parti lisce al contorno, passando pero' anche sull'intaglio lievemente, cosi' il grado di laccatura e' (almeno nelle mie intenzioni) uniforme. Ripeto: sono stata molto criticata per l’uso della gommalacca sull’intagliato a coltello, non essendo un’esperta posso solo accettare le critiche e suggerire a tutti di andare sulla cera.
Per la cera, anche li’ sono indisciplinata. Vorrei fare l’encausto, ho trovato anche dove acquistare tutti gli ingredienti, carnauba compresa, ma ogni volta che sto per farlo, ci ripenso e mi rimetto ad usare la cera in crema che ho gia’. Non avendo un locale per preparare le ‘schifezze’, non posso ammorbare la mia casa piu’ di quanto non faccia gia’ quando uso anche semplicemente la cera d’api gia’ pronta. I miei arricciano il naso ogni volta che lucido un oggetto appena finito di intagliare, anche se vado in balcone o apro le fineste in casa. Tempo fa ho provato anche una preparazione vendutami da un negoziante di Barzio che fa restauro e intaglia pure: una cera liquida preparata da questo signore che la usa anche per i propri lavori. Si stende a pennello, pero' c'e' tanta di quella essenza di trementina, che l’odore ci mette troppo ad evaporare, poco pratico da dare in casa. Cosi’ alla fine preferisco le cere in pasta morbida (quasi una crema) , della Gubra, per esempio, o di qualche casa francese per il faidate-legno ( ma i prodotti francesi per il legno a me sembrano cosi’ tanto cari....).
Una cosa e’ certa: ci sono tanti bei prodotti, ad esempio cera con sostanze derivate dagli agrumi, anziche’ con la trementina, splendide e poco inquinanti, ma tutti sono carissimi. Un hobby secondo me come tale vale se si riesce a farlo costare il giusto, insomma se il budget si dovesse considerare illimitato, non ci sarebbe alcun merito nel fare le cose!
Poi ci sono le cere gia’ colorate, vanno molto bene perche’ cosi’ non restano quei brutti residui negli angoli, bianchicci o gialletti, che sono tra i miei difetti principali. Ultimamente ho acquistato una cera ‘noce chiaro’ , in realta’ da vedere nella scatola e’ gia’ scura, ma non tinge eccessivamente. Ho notato che va bene (come il bitume in pittura ) per sottolineare l’intaglio, senza eccedere nel colore e senza lasciare il ‘bianchiccio in giro’ se la spazzolatura energica non lo fosse abbastanza da rimuovere tutta la cera in eccesso.

Etichette: , ,

venerdì 7 dicembre 2007

Rita Arcaleni astuccio intagliato

Uno dei primissimi lavori, fatto appena dopo il rosone. E' un astuccio portapennelli da pittore, l'ho trovato in un negozio che vende articoli da disegno, in un cestone delle rimanenze, e' di faggio neppure di buona qualita'. La forma pero' e le dimensioni grandi si prestavano a provare un decoro lineare. Il coperchio a scorrimento e' di compensato e si vede proprio. Il decoro gira sui 4 lati. La lucidatura e' a gommalacca, ho usato prima un mordente color noce corretto con un po' ciliegio. Inutile dire che non amo il faggio.

Etichette: , , , , ,

Rita Arcaleni fuselli per tombolo intagliati a coltello

Rita Arcaleni scatola ovale intaglio a coltello







Questa foto mostra la fase di 'ceratura' dell'altra scatola in tiglio, ovale ( completamente realizzata a mano, scavando a scalpello/sgorbia il coperchio e la base da due tavolette di diverso spessore, vedere uno dei post precedenti) . La foto e' senz'altro brutta ma permette di vedere tutto l'intaglio a causa della cera che riempie i cavi: normalmente poi rimuovo la cera in eccesso , prima ancora che asciughi del tutto, con un aspazzola 'energica' da bucato.


Dopo alcune ore si puo' lucidare il tutto con un panno (io ne passo prima uno di cotone e poi quello di pura lana). MAgari un aseconda mano dopo 24 ore non guasta. Se non si vogliono usare le cere in commercio gia' pronte, si puo' preparare l'encausto, con cera d'api purissima, meglio se gialla, cera di carnauba, che alza il punto di fusione, trementina.


I migliori restauratori usano l'encausto. Su molti corsi di intaglio sia in italiano che in inglese disponibili su web e/o su forum attinenti in genere i lavori con il legno o il restauro e' molto di frequente riportata un'ampia discussione su cere, trattamenti di finitura in genere e penso che la cosa migliore sia leggere molti di questi documenti, che e' possibile trovare con gran gfacilita'. C'e' anche la ricetta per l'encausto. Io amo molto la finitura a gommalacca, anche se ho ricevuto forti critiche , soprattutto da chi fa restauro, per averla usata su intaglio molto esteso.


Una donna, esperta restauratrice, su un forum mi disse che la gommmalacca appariva dalle foto caramellosa. Ho cercato di seguire il consiglio dell'esperto e di passare alla cera. Comunque a me la gommalacca piace molto piu' della cera.

Etichette: , , , , , , ,

mercoledì 5 dicembre 2007

Rita Arcaleni scatola in noce con intaglio tradizionale


Ho comperato questa scatola alla Fiera di Sant'Orso 2007 da un tornitore che va per la maggiore in Valdaosta. La mia foto le fa torto. Dal vero e' molto bello questo pezzo, molto proporzionato e ben tornito, anche all'interno e sotto la base. Qui dove abito io pezzi grezzi cosi' non se ne trovano e mi dispiace.

Etichette: , , , ,

martedì 4 dicembre 2007

Rita Arcaleni cornice piccola ciliegio intaglio a merletto






Cornice piccola di ciliegio, tinta leggermente color noce e lucidata a cera gialla; intaglio fine a coltello, a 'merletto'.

Etichette: , , , , ,

Rita Arcaleni scatola intagliata portapenna


Questo e' un lavoro della scorsa primavera; e' una scatola molto piccola, ricavata da due tavolette di tiglio, scavate all'interno a sgorbia, per contenere la biro , con due piccole cerniere incassate sul lato posteriore.
Il decoro del coperchio gira su tutti i lati, inoltre i lati corti e quello posteriore della base sono decorati in piu' punti con gruppi di linee verticali diritte e molto ravvicinate.
L'ho fatta per accompagnare un simbolico piccolissimo pensiero per la laurea del figlio di nostri amici. Ho scelto un decoro classico e 'serioso', viste le circostanze. Le iniziali ovviamente sono del destinatario.

Etichette: , , , , ,

lunedì 3 dicembre 2007

Rita Arcaleni cornice da specchio intagliata /Mirror frame









Questa cornice e' in ayous, il corniciaio che me l'ha preparata grezza non mi ha dato chance per un legno 'migliore'. Ho dovuto per forza, visto che l'ayous si spezza ed e' molto poroso, evitare il solito 'intaglio di tipo fine'. Almeno ho avuto il vantaggio di finire subito il lavoro. Ora naturalmente fa bella mostra di se' a ...casa di mia figlia.

Unfortunately, the wood is Ayous, and I couldn't carve a mor efine pattern, due to the type of wood. In any case the frame is ...at my daughter home, for a mirror!

Etichette: , , , , , , ,

Perche' uno sceglie l'intaglio come hobby?

Spesso le mie amiche, forse anche stanche di sentirmi parlare troppo del mio hobby, mi chiedono quale molla mi abbia portato a scegliere proprio questo, anziche' un altro modo di impiegare il mio tempo libero. In verita' e' stato un po' per caso, un po' perche' sin da piccola avevo visto spesso mio padre (ebanista della vecchia scuola, venuto su alla bottega di mio nonno, ma che poi aveva abbandonato per un altro lavoro qualunque) avere sempre un angolo di casa dedicato ai suoi lavori e lavoretti.
In realta', precisamente e' andata cosi': avevo chiesto a mia madre circa 3 anni fa di lasciarmi prendere dalla sua casa una piccolissima scatoletta portaorologio, di legno e faesite, a scorrimento , funzionante bene sia da tavolo (aperta) sia da tasca(chiusa) . Le avevo spiegato che mi serviva proprio, per tenerci su l'orologio da tasca del nonno di mio marito...
Mia madre ne aveva altri due , in realta', di supporti simili costruiti da mio padre e non mi sembrava di chiederle molto. Lei me l'ha data, la scatoletta, poi un anno dopo, ci ha ripensato e me l'ha chiesta indietro. Ci sono rimasta davvero molto, ma molto male, poi ho metabolizzato e ho deciso di farne una copia identica, prima di restituirle l'originale. Beh', volete sapere? Ci sono riuscita, a farne una apparentemente identica a quella di mio padre, forse lo scorrimento delle due parti un po' meno efficiente, e' lucidata pure a gommalacca ed e' dello stesso colore e dimensioni....Unico punto tragico incontrato: scavare l'alloggiamento per l'orologio da tasca dentro un quadrato di legno ... Ho usato uno sfrido di legno tenerissimo (piu' o meno come l'ayous famigerato) , scavandolo con un cutter da scatoloni e devo dire che ... per fortuna il 'vano' per l'orologio sta dentro la scatoletta e dal di fuori non si vede....

Comunque chiusa e' identica all'originale e funziona... Nel viaggio successivo dalle mie parti, restituisco la scatola a mia madre , mostrandole la copia... Vi diro' la verita', c'e' quasi rimasta male: quando le ho mostrato le due scatolette una nella mano destra, l'altra nella sinistra, non riusciva a distinguerle e a capire quale dovesse riprendersi indietro.... In quel momento ho deciso che dovevo darmi da fare per evitare di scavare il legno con i taglierini da cartone, ho cercato su Web , intaglio , attrezzi etc.. corsi.... e mi sono buttata... Ma va', voi credete, che una che vive vicino a Milano , in provincia, possa trovare cosi' su due piedi le sgorbie di buona qualita' o il legno adatto...

Anche se Paolo Schina non ci crede, qui i 'fai- da- te' hanno solo truciolare o abete o listellare di bassa qualita' e le ferramenta non tengono nulla a negozio che sia diverso da viti e bulloni o saldatori e ti mostrano un catalogo pieno di misure in pollici e di termini tecnici che se non te ne intendi gia' non ti dicono molto... Per fortuna scoprii su Internet che potevo comperare a Bergamo (Bottega del Coltello) coltelli e sgorbie Codega e Pfeil; per quanto riguarda il legno, dopo molti tentativi da grandi venditori di legname o segherie, uno impietosito mi manda 'a suo nome' presso un centro (segheria/fabbrica parquets...non so neppure bene cosa, un posto molto grande) a Lomagna, dove dal proprietario (gentilissimo per altro) mi sento dire:
' ... per stavolta una tavola da 4 metri di tiglio gliela vendiamo, gliela pialliamo pure, ma noi in realta' vendiamo intere cataste alla volta...sa' , per noi e' un problema trattare cose cosi'...ma l'ha mandata qui il nostro collega e allora la accontentiamo '..Insomma, come io mi diverto a ripetere , non puoi trovare tiglio nei dintorni di Vimercate se non comperando un'intera foresta! Figurarsi poi il cirmolo ! Nell'agosto 2006 , dopo due mesi circa di tempo libero speso a leggere su Web quattro rudimenti, cercare e comperare legno e attrezzi di minima , finalmente ho potuto mettermi ad intagliare e, verificato che proprio non mi andava di fare gli esercizi pallosi, ho fatto il rosone del post precedente. Questa e' la storia del perche' ho cominciato, poi c'e' anche quella, che vi risparmio, del perche' ho continuato tenacemente (... forse 'e meglio tacere, perche' bisognerebbe affrontare antipatici discorsi sulla demotivazione professionale etc.... sorvoliamo...). Certo e' che ogni attivita' creativa, che si distacchi dal vissuto quotidiano, e' appagante, restituisce alla persona la dignita' che oggi piu' che mai viene avvilita' piu' spesso di quanto la gente non dica e ci da' la possibilita' di realizzarci intellettualmente attraverso la creativita' o la banale dimostrazione di proprie capacita', spesso prima sconosciute anche a noi stessi.

Etichette: , ,

Rita Arcaleni rosone intagliato



Questo e' il mio primo lavoro di intaglio in assoluto (agosto 2006) ed e' eseguito su tavoletta di tiglio. di circa 35 x 35 cm. Ancora mi ricordo il rimprovero circa due mesi dopo da parte di un maestro del quale avevo letto il corso su web e al quale ho poi scritto piu' volte, per qualche domanda: ebbene si', lo confesso non ho mai fatto gli esercizi 'quelli pallosi' e sono partita a bomba con il rosone.... e si vede da molti punti di incertezza, di imprecisione. Ma mi ha rinfrancato molto, vedere il rosone finito e mi ha spinto a continuare con questo hobby. Comunque e' vero, gli esercizi pallosi , soprattutto se seguiti da un maestro, possono far eliminare posture sbagliate della mano e degli attrezzi.

Lo considero un po' il mio logo, questo rosone, anche se non e' certo ben rifinito ne' perfetto.

Qualche tempo fa seguendo alcune link da Wikipedia sono arrivata a veder un meraviglioso rosone di uno dei piu' famosi 'chip carver' del mondo, mi pare che sia quotato 158.000 $...mica male.... Al di la' del prezzo, ho visto la raffinatezza estrema del pannello nell'insieme (e' anche di notevoli dimensioni), e' cosi' tanto bello e grande e perfetto da chiedermi se fosse una costruzione grafica fatta con il computer ... L'ho stampato a grandezza naturale (saranno almeno 30 fogli A4 ch e ho messo sul tavolo , per ricreare l'insieme e poterlo guardare come 'dal vero' ). Un'idea mi e' balenata nella zucca: ho capito che il rosone , con le sue infinite possibilita' di fantasia creativa e con il grande 'grado di difficolta' estrema' di esecuzione a cui puo' portare (ci sono punti di convergenza di un grandissimo numero di linee , con la potenzialita' di successione infinita' di fasce concentriche , aggiungibili a piacere, con l'unico limite del supporto fisico su cui si sta lavorando), e' il sogno 'perfetto' di ogni chip carver... Un po' come la tempesta perfetta del famoso film o cose simili.

Quando saro' cresciuta (nell'intaglio, intendo, perche' di anni veri anagrafici ne ho gia' un po') bisogna che mi cimenti in un rosone, molto grande, fatto in modo tale da poterlo accrescere e immaginare mano a mano che andro' avanti nei cerchi concentrici. Sempre che a casa mia i miei , disperati , non mi convincano prima a smettere di riempire di pezzetti di legno tutta la casa..

Etichette: , , , ,

  • ****Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto qui pubblicati.****
  • Aggiungi sito nella directory web